Prestazioni infermieristiche

LESIONI DA PRESSIONI UNA PIAGA SANITARIA: UNO STUDIO PRESSO IL DISTRETTO SOCIO/SANITARIO DI S. MARCO IN LAMIS (FG)

Tesi sperimentale. Autore Luigi Leone

Background: Quella delle lesioni cutanee è una realtà in crescita e in stretta correlazione all’aumento della popolazione anziana. Una delle sfide più impegnative che i professionisti sanitari si ritrovano costantemente ad affrontare è proprio la prevenzione di una delle ricorrenti e più temute conseguenze dell’invecchiamento e dell’allettamento: le lesioni da pressione, definite il più complesso tipo di lesione cutanea conosciuta. La prevenzione ed il trattamento delle lesioni da pressione rappresentano in ambito domiciliare ed ospedaliero, un rilevante problema di assistenza sanitaria, che oltre ad impattare negativamente sulla qualità di vita dei pazienti (e dei loro familiari), richiede un notevole impegno gestionale in termini di risorse umane, materiali, tecnologiche e contrariamente a quanto si può pensare, risulta essere una problematica ancora attuale e quindi estremamente interessante per l’assistenza infermieristica.

Tesi Lesioni da pressione una piaga sanitaria.

Poster- 6 regole per prevenire le lesioni da pressione

IL PROGETTO DEL DISTRETTO DI S. MARCO IN LAMIS: LA GESTIONE INFORMATIZZATA DEL PAZIENTE CRONICO TERRITORIALE CON UTILIZZO DELLE DIAGNOSI ICNP®

Autori: Carla Lara d’Errico, Girolama De Gennaro, Stefano Marconcini, Gregorio Paccone

La vision e la mission del progetto

L’assetto da cui si parte fonda su tre certezze ormai ampiamente riconosciute e normate nella sanità italiana:

  • L’Infermiere è il responsabile dell’assistenza generale infermieristica;
  • L’assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa;
  • Gli infermieri espletano le proprie funzioni “… utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza”.

A partire da queste certezze deriva, come naturale conseguenza, la consapevolezza che la Diagnosi Infermieristica costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui l’Infermiere è responsabile.

Pertanto emerge un urgente bisogno di implementare l’uso delle diagnosi infermieristiche nei setting assistenziali distrettuali in cui opera l’Infermiere.

Nell’articolo gli autori motivano la scelta del linguaggio infermieristico standardizzato ICNP® e la decisione di utilizzare la cartella informatizzata distrettuale

LEGGI L’INTERO ARTICOLO

EMODIALISI DOMICILIARE: UNA SCELTA VERSO LA LIBERTÀ

A  cura della Dr.ssa Giuseppina Ungaro  Coordinatrice dell’ U. O. di Nefrologia e Dialisi del P.O. Francavilla Fontana (Br).

L’evoluzione della dialisi domiciliare ha segnato le principali tappe della storia della terapia sostitutiva dell’uremia cronica. Nel momento drammatico in cui il paziente apprende di doversi recare a giorni alterni in ospedale per sottoporsi a trattamento dialitico, probabilmente per tutta la vita, la prima domanda che pone al medico è se è possibile eseguirla a domicilio, prima ancora di conoscerne la complessità e le difficoltà da superare. Il primo passaggio fondamentale è l’ informazione che deve dare il medico al paziente;  chiara e precisa. Il paziente ideale è quello adeguatamente informato.  E’ l’opzione di prima scelta per un paziente idoneo, perché lo coinvolge nella conduzione del trattamento  con indubbi vantaggi di tipo psicologico, per la sua crescita dell’ autostima, e anche clinico, per la personalizzazione e la maggiore attenzione posta nella conduzione del trattamento.  Il paziente può scegliere quando eseguire il trattamento in base alle proprie attività lavorative.  Nel nostro caso il paziente poiché lavorava di mattina eseguiva il trattamento  nelle ore pomeridiane. Vi sono almeno tre buone ragioni che spingono il medico a proporre  questo trattamento  a domicilio:

  • La prima  migliorare la qualità della vita;
  • La seconda migliorare l’ efficienza del trattamento;
  • La terza  abbattere i costi della spesa.

Migliorare la qualità della vita ,un aspetto molto importante , perché porta un reale vantaggio nei pazienti, anche per la difficoltà di analizzare la qualità  di vita stessa, quindi la libertà di scegliere quando effettuare il trattamento è di fondamentale importanza,  per una tranquillità psicologica quindi  è essenziale  che ciascun paziente trovi il momento più adatto alle proprie esigenze il più delle volte lavorative.  Nell’emodialisi a domicilio non ci sono limitazioni al numero e alla durata delle sedute, che possono arrivare fino a 3-4 alla settimana, con durata di 3-4 ore.  Applicazioni più frequenti e più brevi , con un   kt/V sotto controllo medico, consentono un miglioramento dello stato generale della riabilitazione lavorativa e della sopravvivenza.  L’efficienza del trattamento è un punto estremamente rilevante in emodialisi domiciliare, dove la personalizzazione del trattamento, con l’ aumento della frequenza della dialisi e della sua durata, porta ad un  maggior benessere  del paziente.  Prendere coscienza della propria malattia e della sua cura, aiuta a curarsi meglio, ed il trattamento condotto nella propria abitazione si traduce in maggior riabilitazione e minor morbilità, oltreché protegge il soggetto  dalle infezioni ospedaliere. Continue reading

“LA GESTIONE INFERMIERISTICA DELL’INCONTINENZA URINARIA DALLA PREVENZIONE ALLA CRONICITA’”

Tesi sperimentale. Autrice: Anna Allessandrino

Background: L’incontinenza urinaria consiste nell’emissione involontaria di urina e si distingue in diverse forme: Incontinenza da sforzo (si verifica in seguito a sforzi, esercizio fisico, starnuti o tosse); Incontinenza da urgenza (accompagnata o immediatamente preceduta da urgenza per stimolo minzionale incontrollabile); Incontinenza mista (caratterizzata dalla presenza di entrambe le condizioni, urgenza e sforzo); Enuresi notturna (si manifesta solo durante il sonno); Incontinenza da rigurgito (con assenza o riduzione dello stimolo minzionale); Incontinenza post-minzionale (persistente dopo il normale atto minzionale); Incontinenza riflessa (assenza di stimolo minzionale,  conseguente ad un danno neurologico delle vie spinali o delle aree sovraspinali preposte al controllo del ciclo della minzione). L’ incontinenza urinaria rappresenta una condizione in grado di compromettere la qualità di vita di chi ne è affetto e, nei casi più complessi, può mettere a repentaglio la vita stessa delle persone. Ha risvolti importanti sulla sfera economica e psico-sociale ed è causa di problemi psicologici, occupazionali, relazionali, fisici e sessuali. Visto la diffusione del fenomeno ed anche i costi che incideranno sempre di più sulla spesa sanitaria, è necessario che l’Infermiere sappia gestire i problemi determinati dall’  incontinenza urinaria a tutti i livelli.

Tesi La gestione infermieristica dell’Incontinenza Urinaria dalla prevenzione alla cronicità.

I modelli Teorici di riferimento e i linguaggi standardizzati, quali utilizzare.

7° Parte

Tassonomie, Linguaggi e Teorie: necessità, professionalità o moda?

A cura di Stefano Marconcini e Maurizio Ercolani

Il modello delle prestazioni infermieristiche, il modello funzionale di Gordon, le  tassonomie  Nanda International,  Noc e Nic, il Linguaggio standardizzato ICNP, una palude in cui l’Infermiere stenta ad orizzontarsi e spesso, oltre a domandarsi quali utilizzare, evita di porsi il dilemma. Da un passato recente in cui l’assistenza era confinata ad un analisi dei bisogni secondo il modello di Virginia Henderson (legato alla piramide di Maslow), e solo pochi infermieri conoscevano, ed ancor di meno applicavano, i modelli di Orem, Peplau o altri teorici; oggi in Italia vediamo l’utilizzo, seppure a macchia di leopardo, soprattutto di due modelli di pianificazione: il modello delle prestazioni infermieristiche della Prof.ssa Marisa Cantarelli e il sistema di Marjory Gordon coniugato con le diagnosi Nanda-I, outcomes  Noc e gli  interventi Nic dell’University of Iowa. Quest’implementazione e differenziazione nello studio, e nel conseguente utilizzo pratico, è stata determinata dall’insegnamento universitario, ed ha seguito la strada indicata dal corpo docente dei vari istituti universitari; spesso indirizzati verso un unico modello, senza spingere gli studenti all’analisi ed all’applicazione di vari modelli, confrontandoli in vari setting assistenziali. Sempre dal mondo universitario, in questi ultimi anni si sta assistendo all’evoluzione del linguaggio standardizzato ICNP®, vero e proprio linguaggio codificato (numerico) utilizzato in diverse parti del mondo e diffuso dall’ICN. Grazie alle varie combinazioni di termini (suddivisi in 7 assi) è possibile creare delle diagnosi, degli interventi e degli outcomes. Analizziamo ora i presupposti teorici e le caratteristiche pratiche di questi modelli, al fine di indurre un ragionamento dei professionisti verso la scelta più appropriata per implementarne nel  proprio servizio la formazione e l’utilizzo.

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I modelli Teorici di riferimento e i linguaggi standardizzati, quali utilizzare.

6° Parte

La teoria dell’Adattamento di Suor Callista Roy

A cura di Stefano Marconcini e Maurizio Ercolani

Il modello teorico di Suor Callista Roy origina  principalmente dalla teoria dei sistemi e dalla teoria dell’adattamento . Si può affermare  che il concetto di adattamento sia il fulcro dell’intero pensiero  teorico della Roy. La teoria suscitò fin da subito, una vasta risposta da parte non solo degli operatori sanitari ma anche da parte di specialisti dell’educazione i quali analizzarono, verificarono ed applicarono questo modello del nursing presso i loro rispettivi campi del sapere.

 La teoria elaborata si compone di cinque elementi  definiti dall’autrice essenziali :

1. LA PERSONA FRUITRICE DELL ASSISTENZA;

2. LO SCOPO DEL NURSING;

3. IL CONCETTO DI SALUTE;

4. IL CONCETTO DI AMBIENTE;

5. L’ITER DELLE ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE.

Suor Callista sostiene che il professionista Infermiere con un’attenta analisi dei cinque elementi essenziali riesce ad acquisire una adeguata visione della realtà e quindi sarà in grado di sviluppare un processo infermieristico reale.

LA PERSONA

Secondo la Roy la persona è colui che riceve assistenza infermieristica, per cui accanto al concetto di persona colloca anche quello di famiglia, gruppo, comunità o società .

Secondo la teorica, ognuna di queste entità è  un sistema olistico capace di adattarsi. Continue reading

I modelli Teorici di riferimento e i linguaggi standardizzati, quali utilizzare.

3° Parte

a cura di Stefano Marconcini, Maurizio Ercolani e Catalano Antonio Adriano.

HILDEGARD E. PEPLAU

Differentemente da altre teoriche, che si soffermano molto sulla fase iniziale di osservazione e di raccolta dati, elemento in cui fortemente ci viene in aiuto l’informatizzazione per la raccolta ordinata e l’elaborazione dei dati, la Peplau sviluppa una delle prime vere teorie del Nursing, lei stessa la definisce come “una struttura concettuale di riferimento” (schema concettuale di riferimento).  La sua teoria ha una struttura concettuale che scaturisce da un lungo periodo di osservazione metodica e dalla cognizione che i fenomeni di interazione possiedono un notevole significato di tipo qualitativo-terapeutico per i risultati ottenuti. Tale riflessione implica la necessità da parte dell’infermiere di sviluppare conoscenze opportune. Ciò sposta la riflessione iniziale da “cosa sia l’assistenza infermieristica” verso “cosa sanno gli infermieri”. L’elaborazione del modello teorico è strutturato servendosi delle scienze sociali, dalla psicologia e dalla psichiatria, utilizzando tutti quei concetti che possono servire all’infermiere per risolvere i problemi incontrati quotidianamente ponendosi in relazione con la persona assistita. «Lo scopo dell’interazione che gli infermieri hanno con i loro assistiti è di erogare prestazioni infermieristiche che contribuiscano al miglioramento della salute e del benessere della persona. Continue reading

Opportunità di sperimentazione gratuita della cartella infermieristica informatizzata offerta alle aziende sanitarie pubbliche e private, alle Università e agli Istituti di ricerca

Alla luce del sempre crescente interesse per le diagnosi infermieristiche, e del processo di informatizzazione della pianificazione assistenziale infermieristica,  in collaborazione con la società Equipe Srl, proprietaria della piattaforma TaleteWeb Sanità e partner di Scienze Infermieristiche, abbiamo sviluppato una cartella infermieristica informatizzata con interfaccia web che prevede, per la figura infermieristica, anche l’utilizzo delle diagnosi infermieristiche in maniera completa ed esauriente.

Il sistema, sviluppato con la diretta collaborazione di alcuni dei professionisti promotori del portale Scienze Infermieristiche, è aperto a qualunque teoria infermieristica adottata (sono stati, infatti, già sviluppati i metodi di accertamento Modelli funzionaliHenderson, Cantarelli, ed altri).

Il portale Scienze Infermieristiche, nell’ottica di favorire la diffusione dell’utilizzo degli strumenti di ICT e la ricerca applicata nella gestione dei percorsi assistenziali, per concessione della società Equipe proprietaria del software,sta offrendo la possibilità di utilizzare, a fini di ricerca e sperimentazione, gratuitamente e per un periodo di tempo compatibile con il progetto di ricerca stesso, l’applicazione Cartella Infermieristica del sistema informatico TaleteWeb Sanità.

Per richiederci la possibilità di utilizzare il software ai fini della sperimentazione e della ricerca scarica il modulo compilalo in ogni parte e invialo via e-mail al seguente indirizzo: info@scienzeinfermieristiche.net

Per maggiori informazioni e/o per richiederci una demo contattaci ai numeri: 329.2431559 o scrivi una e-mail all’indirizzo: info@scienzeinfermieristiche.net

N.B. L’utilizzo di tassonomie  richiede sempre l’autorizzazione delle Case Editrici titolari dei diritti d’Autore, anche per le sperimentazioni.