Formazione

florence_nightingale_3PROGETTI FORMATIVIvirginia_henderson

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Documentazione sanitaria e ICT (information tecnology):

La cartella informatizzata

La cartella clinica “cartacea” è divenuta sempre più voluminosa, con documenti provenienti da moltissime fonti, e risulta sempre più difficile trovare tempestivamente le informazioni necessarie.
La Cartella Clinica Informatizzata costituisce un’evoluzione della Cartella Clinica Cartacea ovvero è lo strumento per la gestione organica e strutturata dei dati riferiti alla storia clinica di un paziente in regime di ricovero o ambulatoriale, garantendo il supporto dei processi clinici (diagnostico-terapeutici) e assistenziali nei singoli episodi di cura e favorendo la continuità di cura del paziente tra diversi episodi di cura afferenti alla stessa struttura ospedaliera mediante la condivisione e il recupero dei dati clinici in essi registrati. In previsione dell’applicazione delle norme legislative sul fascicolo sanitario elettronico (FSE) la cartella integrata informatizzata diventa una necessità.
ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI
Il progetto formativo ha l’obbiettivo di colmare le seguenti carenze formative:

  • Uniformare il comportamento fra i diversi professionisti.
  • Standardizzare alcuni passaggi fondamentali del percorso assistenziale.
  • Utilizzo di linguaggio professionale scientifico condiviso.
  • Ottimizzare la gestione dei dati sanitari.
  • Gestione del rischio clinico informatizzato

Struttura del corso:

  • Presentazione cartella integrata informatizzata
  • Presentazione cartella medica informatizzata: struttura e gestione di casi. Dal ricovero alla lettera di dimissione informatizzata.
  • Presentazione cartella infermieristica informatizzata con pianificazione dell’assistenza secondo diverse metodologie.
  • Presentazione foglio unico di terapia informatizzato.
  • Gestione del rischio clinico Informatizzato con Root cause analysis



I percorsi clinici/assistenziali, l’apporto dei modelli organizzativi infermieristici: Case management e Primary nursing

Attualmente sono poche le realtà nel nostro paese che utilizzano dei modelli organizzativi infermieristici che permettono di erogare assistenza infermieristica con efficienza, efficacia e qualità. I modelli organizzativi assistenziali permettono di definire dei percorsi di cura che facilitano il rapporto con il paziente e famigliari. Il presente progetto formativo ha l’obiettivo di trasmettere le principali conoscenze sui modelli organizzativi più utilizzati (Case Management, Primary Nursing e piccole equipe), dei cenni sui modelli organizzativi più avanzati (Patient focused Care, Professional Nursing Practice Model and Magnet Hospital), di saper scegliere ed utilizzare il modello organizzativo più idoneo nella propria realtà operativa e di identificarsi in questi modelli professionalizzanti.

Corso Basic di Project Management in Sanità: conoscere gli strumenti e i metodi applicabili alla gestione dei progetti.

Le problematiche relative alla gestione dei progetti, sono oggigiorno di grande attualità all’interno di ogni struttura organizzata, sia privata che pubblica.
La crescente complessità delle attività, il tempo e le risorse sempre più limitate, impongono alle aziende, la ricerca di efficaci strumenti per gestire i progetti che devono necessariamente essere attivati in ogni settore aziendale.
L’operatività di un’azienda è costituita dalle operazioni che si svolgono giorno per giorno all’interno dell’organizzazione. Le normali attività, infatti, sono il cuore delle organizzazioni; i progetti, invece sono gli sforzi a breve termine che dovrebbero comunque rientrare nella normale operatività, ma non sempre è così.
Proprio alla luce di tali premesse, diviene immediato comprendere l’importanza di una metodologia efficace di gestione di un qualunque tipo di progetto.


Il portfolio professionale: metodologia e strumenti per la nuova generazione dei professional in sanità.

Oggi lo sviluppo professionale dei professionisti della salute si esplica con la formazione continua in medicina “ECM” con lo scopo di rispondere alle esigenze dei pazienti, al Servizio sanitario e alla propria crescita professionale.
In realtà, per garantire prestazioni così complesse ed in progress, non è possibile lasciare l’acquisizione delle competenze professionali in balia dell’autoreferenzialità. È necessario individuare percorsi e costrutti metodologici che ne certifichino e ne comprovino l’evidenza. Non è sufficiente frequentare un corso e successivamente iniziare ad utilizzare o applicare le nuove metodiche apprese, in quanto la correttezza di esecuzione di tali metodiche può restare in capo al solo giudizio del professionista. La formazione continua, nel creare una cultura volta a garantire la sicurezza del paziente, dovrebbe individuare strategie formative che contemplino la costruzione e l’utilizzo di criteri oggettivi a favore della riconoscibilità, valutabilità e certificabilità delle competenze acquisite. Il portfolio professionale è uno strumento che delinea una strategia per rendere tracciabile attraverso la certificazione di enti terzi preposti. Inoltre con il portfolio mettiamo in risalto il nostro progetto professionale, al fine di rendere visibile quali competenze si vogliono sviluppare.

 

Leader nella professione Infermieristica:
Problem Solving e Decision Making

La necessita’ di analizzare e risolvere problemi e di prendere decisioni nell’ambito di una struttura aziendale si presenta a tutti i livelli gerarchici, quindi non soltanto a coloro che hanno compiti manageriali, come comunemente ritenuto. E’ inoltre sempre piu’ richiesto a qualsiasi ruolo di saper affrontare situazioni, nuove, non codificate e che richiedono soluzioni originali ed una capacita’ di prendere decisioni in merito. Chiunque si trovi in una situazione nuova deve quindi saperla affrontare in modo adeguato e deve perciò conoscere la tecnica di analisi e soluzione dei problemi che, e’ chiamata “Problem Solving e Decision Making”.

Sindrome del Burn Out: Impatto Nelle Professioni Sanitarie

Si comincia a parlare della «sindrome di burn-out» nella prima metà degli anni 70, negli Stati Uniti, per identificare una patologia professionale che veniva osservata sempre più frequentemente tra gli operatori sociali, caratterizzata da un rapido decadimento delle risorse psicofisiche e un altrettanto rapido peggioramento delle prestazioni professionali. Gli operatori afflitti da tale patologia appaiono completamente “bruciati”, “fusi”,  ovvero oltremodo sfiniti, esauriti “a tutto campo”. Il termine «burn-out» deriva dal gergo sportivo: negli anni Trenta veniva utilizzato per indicare la condizione di quegli atleti che, dopo un periodo di successi, improvvisamente vanno in crisi e non riescono a dare più nulla dal punto di vista agonistico. Analogamente, gli operatori sociali in burn-out non riescono a dare più nulla dal punto di vista relazionale. Sono molti i professionisti degli ambienti socio/sanitari a rischio di burn-out, ma quelli più “esposti” sembrano essere: operatori di comunità; educatori; insegnanti; riabilitatori psichiatrici; assistenti sociali, infermieri. Si tratta di professioni basate sulla “relazione d’aiuto” tra operatore e utenti “disagiati”. Professioni nelle quali le responsabilità morali dell’operatore, lo stress a cui è sottoposto e il suo coinvolgimento emotivo sono elevatissimi. Proprio tali condizioni di lavoro, se non sussistono le adeguate misure di prevenzione, portano inevitabilmente alla “fusione”, al breakdown dell’operatore. Una delle modalità per prevenire lo stress lavorativo è il Benessere Organizzativo. Difatti, nel corso degli ultimi anni è aumentata la consapevolezza circa la rilevanza che la  “salute organizzativa” (il benessere psicologico e sociale degli attori entro l’organizzazione) possiede nell’alimentare un circolo virtuoso per le persone e per le organizzazioni stesse in  termini di efficacia, produttività ecc. Nel corso di formazione sarà presentata la sindrome del burn-out con tutte le sue caratteristiche, come costruire un relazione d’aiuto con la persona assistita costruttiva e positiva, come evitare e prevenire tale sindrome,  la comunicazione organizzativa,  il malessere ed il benessere organizzativo, le forme di disagio lavorativo, lo stress,  ma soprattutto i riflessi sull’organizzazione sanitaria.

STRUTTURA DEI CORSI

I progetti formativi proposti sono realizzabili a breve termine. Ogni progetto e corredato di presentazione dell’offerta formativa, obbiettivi formativi, risultati attesi e ipotesi del programma del corso.
I corsi sono progettati nella seguente modalità:

  • Una parte teorica dove verranno illustrati il corpo teorico e gli strumenti da utilizzare per mettere in atto quanto presentato nel corso;
  • Una parte pratica dove i discenti in gruppo dovranno risolvere un caso utilizzando le metodiche apprese durante il corso.
  • Una parte psicologica dove verranno insegnate delle tecniche per gestire lo stress in ambito sanitario/manageriale.

Il comitato scientifico.

 

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