Il provvedimento è stato varato il 18 giugno scorso: per abbattere la spesa sanitaria la Regione ha recepito integralmente le 108 prestazioni definite a livello nazionale per le quali il ricovero è ritenuto potenzialmente inappropriato.“
La delibera è del giugno scorso,ma le conseguenze pratiche si stanno dispiegando in questi giorni negli ospedali pugliesi. Dando il via ad un’acerrima polemica politica. Nel mirino del centrodestra regionale è finito il provvedimento con il quale la giunta ha definito il passaggio in regime ambulatoriale (definito day-service), con pagamento del ticket da 47 euro, di 108 prestazioni fino ad ora fornite attraverso ricoveri ordinari o in day-hospital, fino ad ora rimborsate alla struttura sanitaria, pubblica o privata.
In pratica i tecnici della Regione hanno ripreso integralmente le indicazioni dell’intesa Stato- Regioni del dicembre del 2009, che aveva definito un elenco di 108 prestazioni per le quali il ricovero o il day –hospital era potenzialmente inappropriato: tra queste gli interventi in artroscopia, la chemioterapia, le operazioni alla retina e al cristallino, la riduzione di fratture. Tutte prestazioni per le quali si può garantire il massimo del beneficio per il paziente anche senza la permanenza in ospedale.
Ma per Giammarco Surico, primario di Oncologia al “Vito Fazzi” di Lecce si tratta di una delibera sciagurata che potrebbe, per esempio, indurre molti chirurghi a non effettuare più interventi: cosa accadrebbe, infatti, in caso di successive complicazioni una volta dimesso il paziente dopo la prestazione in regime ambulatoriale?
Particolarmente delicata, poi, la questione della chemioterapia. Fino all’adozione della delibera il medico poteva decidere tra il ricovero e il day hospital. Da ora non sarà più così.
„“Come si può pensare che una persona che si reca in ospedale per combattere una battaglia decisiva nella guerra contro il male che viene definito incurabile, debba essere vessata anche dal pagamento di un balzello che si rivela una vera e propria tassa sulla salute? Peggio: una tassa sulla malattia. Il tutto con il solo intento di fare cassa e continuare a distribuire gli incarichi clientelari con cui continua a contraddistinguersi questo esecutivo regionale”.
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